Pantalica (SR)

Clicca per ingrandire L'anaktoron di Pantalica

Il più appariscente fra i centri fioriti in Sicilia sul finire dell'età del bronzo e durante la prima età del ferro è Pantalica, ad una ventina di chilometri nel retroterra di Siracusa. L'esplorazione archeologica di Pantalica è dovuta principalmente a Paolo Orsi (1889-1897); Luigi Bernabò Brea negli anni tra il 1957 e il 1971 vi condusse indagini soprattutto nell'area dell'anaktoron.
Il sito indigeno di Pantalica si può forse identificare con l'antica Hybla, il cui re Hyblon permise ai Megaresi di Lamis di fondare la greca Megara Hyblaea in un lembo del suo territorio. L'abitato occupava un dosso roccioso isolato, circondato tutto intorno da altissimi dirupi, per molti tratti inaccessibili, che precipitano verso il fiume Anapo e il suo affluente Calcinara. Solo la stretta sella di Filiporto lo congiunge al retrostante altipiano. Era quindi una vera fortezza naturale.

Al centro del pianoro sorgeva, isolato, il palazzo principesco in struttura megalitica (anaktoron), che ricorda in piccolo i palazzi micenei e che reca inoltre le tracce di una riutilizzazione in età bizantina. L'edificio, scavato da Orsi che vi rinvenne anche i resti di una fonderia, fu oggetto di un significativo studio di Bernabò Brea.
Sulle balze rocciose che circondavano la città si addensano innumerevoli tombe a grotticella artificiale, che Orsi quantificava in 5000 circa e che si datano tra il XIII e il VII sec. a.C.
Da esse prende nome l'articolazione delle culture della Sicilia orientale tra la tarda età del Bronzo e la prima età del Ferro, operata da L. Bernabò Brea sulla scorta della periodizzazione dell'Orsi.

Bibliografia:

  • P. Orsi, Pantalica e Cassibile, in Monumenti Antichi dei Lincei, IX, 1899. col. 34 e segg.
  • L. Bernabò Brea, Pantalica. Ricerche intorno all'anáktoron in Cahiers du Centre Jean Bérard, XIV, Centre Jean Bérard - Istituto Studi Acrensi, Naples- Palazzolo Acreide, 1990, pp. 1-110.

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